Chi è l’Antropologo e cosa fa: tutto quello che devi sapere

antropologia

La figura dell’Antropologo è quella di un professionista che studia l’umanità dal punto di vista storico, sociale, linguistico e culturale. Osserva il comportamento dell’uomo e la sua evoluzione, anche in rapporto alle zone geografiche e agli sviluppi economici. In base a questo, traccia dei profili delle varie comunità, esistenti  del passato. E fa anche ipotesi sulle trasformazioni per il futuro.

Che cos’è l’Antropologia? 

Essenzialmente l’Antropologia corrisponde allo studio dell’uomo, e si è sviluppata per studiare l’essere umano in ambito sociale, morfologico, culturale, sociologico, artistico, religioso e filosofico. Questa parte di dottrina scientifica indaga sui comportamenti dell’uomo nella società, tanto che viene considerata come una disciplina importante della Biologia.  

L’Antropologia quindi è un modo per distinguere i popoli,. I primi accenni si hanno già all’epoca degli antichi Egizi che differenziavano gli esseri viventi in rapporto alle loro sembianze esteriori. Solo più avanti questa scienza si rese conto che non esistono solo i caratteristiche fisiche, ma anche etnografici. Il primo precursore fu proprio Aristotele, seguirono Ippocrate e Galeno che approfondirono le conoscenze della tipologia umana grazie anche ai racconti di Magellano e Marco Polo.  

La disciplina poi continua la sua ricerca perfezionandosi sempre più, tanto che si parla di Antropologo come di colui che deve osservare e analizzare mettendo a confronto l’ambiente e la storia delle varie specie di umani e tutto ciò che li contrappone o che li unisce. La nuova Antropologia studia le strutture sociali dei popoli cercando di verificare e riportare la realtà con un’osservazione scientifica e oggettiva.  

L’Antropologo fisico studia l’uomo e il suo adattamento considerando sia i soggetti viventi che quelli deceduti con l’analisi delle strutture ossee. Ecco allora che si ottengono delle solide ricostruzioni dei popoli antichi. 

Come si diventa Antropologo?

Per poter avere il titolo di Antropologo, è necessario conseguire la Laurea in uno di questi specifici indirizzi: 

– Etica e deontologia professionale 

– Diritto del lavoro 

– Economia 

– Diritto internazionale 

– Psicologia sociale della comunicazione e interculturale 

– Linguistica 

– Sociologia 

 
Per chi sceglie l’Antropologia culturale, dopo la Laurea, ci si può iscrivere al Master di Specializzazione che termina con un esame finale. Come sbocchi professionali, l’Antropologo può indirizzarsi in tutti quei settori che hanno a che fare con la conservazione dei Beni Culturali e della Storia, oltre alla ricerca di tipo accademico. I campi di maggior interesse sono:  

– centri culturali 

– Musei 

– Enti di ricerca 

– organizzazioni o aziende specializzate in marketing 

In effetti, non è sempre facile avere un posto di lavoro come “antropologo”. E’ un indirizzo di nicchia all’interno della storia e della sociologia. L’antropologo lavora anche a stretto contatto con la psicologia per valutare l’evoluzione delle nuove generazioni rispetto al passato e interpretarne i cambiamenti. 

Ma questa potrebbe servire anche a quelle aziende che hanno bisogno di ottenere una certa comunicazione con gli utenti. Insomma un Antropologo lo si può trovare anche a fare Marketing. Infatti, chi meglio di lui conosce il genere umano?

Cosa studia e qual è il lavoro di un Antropologo? 

L’Antropologo deve conoscere l’Antropologia sociale e culturale, l’etnologia, l’antropologia psicologica e medica, l’antropologia della contemporaneità e visiva, l’antropologia museale, la geografia areale ed infine avere delle competenze linguistiche. 

Dal punto di vista della cultura generale dovrà studiare la storia e la geografia, due lingue straniere (utili per la ricerca bibliografica a livello internazionale), le norme per immigrazione e asilo e le norme dei servizi al cittadino. Oltre a questi ampi settori di studio dovrà possedere abilità specialistiche di ricerca etnografica e saper fornire documentazioni sia visive che scritte.  

Deve essere in grado inoltre di applicare le diverse tecniche tra cui: elaborazione e analisi dei dati, elaborazione dei testi, eseguire delle progettazioni nazionali e internazionali, effettuare monitoraggio delle risorse ed infine sviluppare comportamenti di cooperazione e collaborazione, avere una certa propensione alla adattabilità, creatività e flessibilità ed essere disponibile al dialogo e all’ascolto.  

L’Antropologo svolge un lavoro di osservazione e studio delle dinamiche delle diverse società. Ha bisogno inoltre di viaggiare per capire i vari mondi e le varie culture, anche se nella società di oggi, soprattutto in una grande città, non sono necessari tanti viaggi siccome è possibile conoscere le diverse etnie e minoranze legate alla comunità e immigrate, che vivono nel paese straniero. 

Quanto guadagna mediamente un Antropologo? 

Lo stipendio medio di un Antropologo varia in relazione a diversi fattori, come per esempio: l’esperienza, il datore di lavoro, il titolo di studio, e la posizione del lavoro. Se l’Antropologo lavora per delle Istituzioni che hanno più risorse per la ricerca verrà pagato meglio rispetto ad altre realtà lavorative. Se si lavora in una città dal costo della vita elevato, l’Antropologo che abbia 2 o 3 anni di esperienza può guadagnare dai 20.000 ai 40.000 euro all’anno, mentre chi supera i 9 anni di esperienza può guadagnare fino a 70mila euro all’anno.  

È bene anche sapere che la carriera dell’Antropologo è lunga e brillante dato che può diventare docente o consulente ed esperto in molti campi grazie alla conoscenza e allo studio intrapreso. Inoltre, ci sono molti datori di lavoro che offrono il viaggio e l’assicurazione per agevolare l’attività e aiutare nelle spese. 

Che cos’è un Antropologo forense? 

L’Antropologia forense studia ciò che rimane del corpo, in pratica i resti umani nella cerchia di indagini, identificazione e informazioni che possono diventare utili per l’accertamento e le cause della morte, e per individuare eventuale responsabilità. L’Antropologo forense quindi viene utilizzato di solito dalla Legge per “capire” i resti di persone decedute in riferimento soprattutto a altezza, età, sesso e discendenza oltre a eventuali malattie o traumi che hanno colpito la vittima. Egli può lavorare anche in ambiente accademico, ma sicuramente non diventerà mai un medico legale.  

Per diventare Antropologo forense occorre un dottorato di ricerca e la partecipazione per alcuni anni nella ricerca specifica prima di lavorare in modo autonomo. Lo studente che vuole fare carriera come Antropologo forense può seguire dei corsi di chimica, fisica, anatomia e biologia al fine di conoscere bene il corpo umano e capire il metodo scientifico.  

Questa figura può lavorare con organizzazioni private o forze dell’ordine oppure in contesti accademici, ma il suo lavoro verrà valorizzato esclusivamente con l’esperienza continua e costante e con risultati di ricerche valide sotto tutti punti di vista. 

Alla fine, e in generale, l’Antropologo svolge la sua ricerca con un metodo scientifico per raccogliere le esperienze e le interviste rivolte al gruppo che sta analizzando.  

Dopo aver finito la ricerca scrive il testo etnografico descrivendo il lavoro effettuato e le conclusioni obiettive. Tutto questo lavoro deve avere una validità scientifica e quindi deve rispettare e dare importanza solo esclusivamente ai dati raccolti, senza eventuali influenze personali.