La tigna negli esseri umani: trattamento e terapia

tigna infezione cutanea

Con la parola tigna ci si riferisce a tutta una serie di infezioni micotiche che vanno a colpire gli strati più superficiali della pelle in diverse parti del corpo.

Il termine “Tigna” deriva dalla parola latina “tinea”, che si può tradurre con verme o pidocchio. Questo riferimento in realtà è dovuto al fatto che nel Medioevo si pensava che questa venisse dalle larve delle tarme (dette anche “tignole”) che solitamente infestano i tessuti ed il legno.

Infatti il termine “tignoso” ha acquistato nei secoli, in tutta Italia, un significato di “avaro”. La persona tignosa è dunque estremamente avara tanto da conservare anche le crosticine della pelle tipiche di questa malattia.

Cos’è la tigna?

Quando ci si riferisce alla tigna, vera e propria, stiamo parlando di una serie di infezioni da funghi filamentosi patogeni che vanno a colpire gli strati più superficiali della cute.

Questi funghi si alimentano della cheratina che trovano nello strato corneo dell’epidermide. La riproduzione fungina avviene tramite spore che causano inizialmente foruncoli che si allargano mano a mano.

In sostanza le famose crosticine generate dalla tigna sono il resto del pasto di questi funghi. La lesione che la tigna lascia sulla pelle viene chiamata “tinea

La tigna può colpire diverse parti del corpo e in base alla zona interessata si va a distinguere, in latino, la tipologia di tigna.

Vediamo qui di seguito le zone di interesse di questa malattia:

  • Viso e la barba (c.d. tinea faciei)
  • Unghie (c.d. tinea unguium)
  • Tronco (c.d. tinea corporis)
  • Cuoio capelluto (c.d. tinea capitis)
  • Inguine (c.d. tinea cruris)
  • Mani (c.d. tinea manum)
  • Piedi (il “piede d’atleta”, la c.d. tinea pedis)

Come si trasmette la tigna?

La tigna si trasmette principalmente attraverso contatto diretto con le persone o gli animali che sono portatori del fungo. In alternativa è possibile trasmettere la tigna utilizzando anche strumenti come spazzole o rasoi, oppure biancheria, cappelli o altri indumenti, nei quali si potrebbero trovare delle scaglie cutanee.

Per cui è bene specificare che la prima alleata contro la tigna è senza dubbio la prevenzione. Evitare di utilizzare indumenti appartenenti ad altri e proteggersi quando si utilizzano aree comuni magari negli impianti sportivi, è sempre un’ottima mossa.

Mai camminare scalzi su pavimenti comuni, evitare di utilizzare ciabatte altrui e lasciare i piedi bagnati. Per quanto riguarda l’abbigliamento è bene specificare che le fibre sintetiche, favorendo caldo e umidità, possono aiutare le infezioni fungine a svilupparsi e propagarsi.

Le varie forme di tigna e il loro trattamento

La tigna come visto è una malattia che si può sviluppare in diverse parti del corpo. In base alla zona interessata si dovrà eseguire un trattamento mirato.

La tigna della testa

La tinea capitis, o più comunemente conosciuta come tigna della testa, rappresenta una serie di dermatofizie pilari del cuoio capelluto, ovvero delle infezioni causate da funghi sulla cute della testa.

La forma più frequente in Italia è la tinea capitis microsporica (tigna microsporica), che presenta chiazze o macchie tonde, di solito isolate, con un diametro che può andare da uno a dieci centimetri.

Queste macchie colpiscono soprattutto i bambini e gli adolescenti, e solitamente scompaiono naturalmente con la pubertà, ma in alcuni casi può colpire anche le donne dopo la menopausa.

L’incubazione della tigna della testa dura circa un due settimane, poi arriva il primo sintomo: la graduale caduta dei capelli a chiazze. Dopo di che può presentarsi anche prurito e bruciore.

E’ necessaria la visita di un dermatologo per identificare il problema perché la tigna può essere facilmente confusa con altre patologie, che presentano sintomi simili.

L’infezione nella testa è quella più difficile da trattare: serve più tempo rispetto alle altre forme di tigna e richiede una terapia antibiotica antimicotica orale e un trattamento locale, come uno shampoo particolare solitamente a base di ketoconazolo o selenio.

La tigna della barba

Anche qui, proprio come nei capelli, è possibile un’infezione micotica con lesioni in genere superficiali, ma a volte più profonde e simili alla follicolite, con infiammazione e perdita di peli.

La cura per questo disturbo prevede farmaci topici per uso locale e antimicotici sistemici orali (itraconazolo, terbinafina, griseofulvina) e, in caso si sviluppi prurito e bruciore, anche corticosteroidi.

La tigna inguinale

Questo tipo di tigna tende a svilupparsi particolarmente durante l’età della pubertà. Si manifesta solitamente con delle chiazze lenticolari eritematose e squamose, che poi tendono a estendersi e a unirsi l’una con l’altra in un’unica grande chiazza liscia di colore bruno-gialla.

Anche qui sarà necessario per risolvere il problema ricorrere a farmaci per uso locale antimicotici, come azoli, allilamine, morfoline, polienici, per un periodo di circa 15 o 20 giorni. É sempre meglio rivolgersi ad uno specialista.

Il piede d’atleta

Il “piede d’atleta”, una delle forme più comuni di tigna, procura fenomeni desquamativi solitamente all’interno dello spazio fra il secondo e il terzo dito, e anche fra il terzo e il quarto dito.

La pelle diventa rossa e la persona avverte prurito e a volte bruciore. Può iniziare da un piede per poi colpire anche l’altro. Uno degli identikit tipici di chi viene colpito dal piede d’atleta è il ragazzino in pubertà che pratica sport e frequenta ambienti comuni dove si cammina scalzi.

Ma tra le cause di questa forma di tigna, c’è anche la scarsa igiene, e la macerazione dei tessuti a causa del normale surriscaldamento dei piedi durante l’attività sportiva, seguita poi da frequenti lavaggi.

Solitamente in questi casi è sufficiente una terapia eseguita con creme e polveri antimicotiche ed il problema si dovrebbe risolvere in 4/6 settimane.